IL PRIMA CHE SPIEGA IL DOPO

Condividi

Questo post ha un titolo che non si spiega molto da solo, tocca leggere fino in fondo per comprendere che cosa avevo in mente quando l’ho scritto. Il tema è perfetto per queste prime settimane di scuola perchè si parla del “prima”. Prima di cosa? Vi chiederete. Prima di immergersi nella programmazione del nuovo anno, prima di venire travolti da scadenze e verifiche e ancora prima di cominciare a pronunciare la fatidica frase “ sono in ritardo con il programma!” (…dai che la diciamo tutti/e)

C’è uno spazio temporale che inizia il primo giorno e finisce  a discrezione di ciascun insegnante che io chiamo il “prima”, e non solo perchè viene prima in ordine cronologico ma anche perchè lo ritengo più importante. E’ uno spazio che ci offre una opportunità meravigliosa: quella di preparare il terreno, di mettere le basi, di pianificare e progettare la classe che vorremmo trovarci davanti durante il “dopo”, ovvero il resto dell’anno scolastico.

Sono i giorni del rientro, le prime settimane di coloritura delle copertine e di sistemazione materiali, quelle in cui ci raccontiamo le vacanze e pensiamo al futuro.

Preziose.

Preziose per chi decide di riempirle anche di attività legate alla conoscenza reciproca ( che importa se siamo in quinta, a quell’età tra la fine della quarta e l’inizio della quinta c’è un abisso temporale!)

Per chi dedica del tempo all’organizzazione della classe, al chi fa cosa, al quando lo decidiamo e  al come lo decidiamo.

Per chi propone attività legate alla collaborazione, al rispetto delle regole e delle esigenze dell’altro.

Per chi lascia spazio alle parole, alle aspettative alle paure.

Per chi decide di investire energie allo scopo di valorizzare le risorse di ciascuno.

E per chi decide di non stare ad ascoltare la collega che ripete di continuo che è tutto tempo perso perchè il programma è lungo, ci saranno le Invalsi ed è ora di iniziare.

L’investimento che fai nei primi giorni, il modo con cui deciderai di riempire lo spazio del prima” sarà esattamente lo specchio del “dopo”.

I frutti si vedranno nel tempo: una classe più collaborativa, dove ci si conosce meglio e si è imparato ad accettare i limiti e a valorizzare le risorse. Dove ciascuno si sente parte attiva, accettato, coinvolto, motivato.

Una classe in cui si lavora meglio perchè c’è un clima generale più disteso e più positivo.

Una classe, davvero.

 

Maestra Elena

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *